domenica 11 agosto 2013

Recensione "Spine" di Manticora Autoproduzioni


Eccomi oggi a proporvi la recensione di uno dei tre nuovi volumi recentemente usciti per il collettivo Manticora. Il volume di cui voglio parlarvi è SPINE ed è stato realizzato da Ivan Lodi e Anna Ferrari (testi e disegni) e Francesca Piscitelli (colori). Inizio dal sicuramente inusuale formato scelto per questo volume, si presenta, infatti, rettangolare (21x13 cm quasi un libretto degli assegni) e all'interno si sviluppa mediante l'uso di strisce narrative (come quelle che si trovano solitamente sul sito web dell'autore e poi sono pubblicate in volume). Il titolo "Spine" è veramente azzeccato perché durante lo sviluppo della storia riesce ad assumere un numero incredibile di significati diversi tra loro, sia per genere sia per emozione suscitata. Il volume narra della rocambolesca passeggiata in un bosco di un giovane esemplare maschio d’istrice, perennemente tormentato da una golosa e logorroica pulce che grazie all'invitante banchetto offerto dal posteriore dell'animale decide di accompagnarlo per tutta la durata della storia. Il giovane istrice ne passa veramente di tutti i colori, scampato grazie al suo razionale temperamento da un lupo leggermente confuso si ritrova poi a subire le insistenti avance di un duo di gazze decisamente impertinenti. Uscito poi indenne dal territorio degli animali "extracomunitari”, si ritrova travolto da un cinghiale imbizzarrito e finisce per chiedere sofferenti indicazioni a una lumaca dalle luuunghe tempistiche di articolazione di una frase. Per concludere poi in bellezza il safari, ignora le sonore urla di un camaleonte notevolmente stressato.




A primo impatto potremmo paragonare il volume a una favola, anche se sotto la spensierata facciata si nascondono temi concretamente più importanti. Proseguendo nella lettura e considerandola nella sua integrità ci si rende conto di come gli autori siano riusciti a rendere la storia incredibilmente familiare e attuale. Si crea un'incredibile empatia con l'istrice e ci si rende conto di come tutto l'ambiente animale sia in realtà incredibilmente umano sotto il punto di  vista dei contenuti. Gli autori toccano una serie di argomenti notevolmente sensibili per noi, per esempio l'incontro con il lupo solleva la questione dell'omofobia e di accettare le differenze sessuali cercando di dare un'immagine moderna del proprio pensiero. Alcuni animali, come i gamberi della Louisiana e le nutrie parlano lingue estere come l'americano e lo spagnolo andando a toccare quindi anche il concetto di extracomunitario e integrazione sociale, inoltre è indicato il preconcetto che essi siano violenti di natura e quindi una minaccia. La pulce funge da "grillo parlante” della situazione esponendo all'istrice le varie disavventure che altri animali hanno subito. Arriviamo a parlare di gerarchie e senso dell'onore, nonché di abbandono e senso di solitudine (il branco di lupi), le gazze invece introducono una lunga parentesi sul rapporto tra uomo e natura. L'essere umano è forse l'animale più letale che esista, dotato dei sentimenti più forti, riesce a esternare crudeltà e violenza inaudite. Da sempre è acclamato come la specie che è riuscita a sviluppare maggiormente le sue capacità intellettive, ma è veramente così? Se davvero l'uomo è un essere così intelligente come viene descritto, perché crea e poi distrugge? Perché per soddisfare, un istinto primordiale deve torturare e uccidere animali indifesi e innocui. Inoltre, un'altra grande pecca dell'uomo è di strappare gli animali al loro habitat naturale. Inizia con l'obiettivo di integrare la fauna più varia nel suo ambiente, poi quando questa giustamente cresce e prospera diventa ingestibile e quindi va eliminata. Ecco che traspare il vero vanto dell'essere umano, l'ignoranza, la capacità di porsi sopra tutto e di tutti, non solo con gli animali ma anche con i membri della sua stessa specie.



La parte seria e incredibilmente sensibile realizzata da Anna Ferrari è accompagnata dall'incredibile humor di Ivan Lodi che con freddure decisamente azzeccate e un linguaggio giovane e sfrontato caratterizza l'istrice e tutti gli animali che incontra rendendoli incredibilmente umani e livellando saggiamente il livello di "pesantezza", se così vogliamo esprimerla, dei contenuti. Lo stile di disegno dei due artisti si sposa perfettamente, Ivan dona alle tavole quel carattere deciso e squisitamente buffo che ti fa amare fin da subito tutti i personaggi, mentre Anna con il suo tratto pulito, lineare e anatomicamente affascinante dona serietà e scientifica precisione ai temi più delicati. Inoltre grazie ai colori pieni, carichi ed espressivi di Francesca ogni tavola acquista una vivacità e un impatto schiaccianti.


Dopo la lettura non mi sento di paragonare questo volume a un libro di favole, è un racconto di crescita, di riflessione e di sviluppo morale. Come dicevo all'inizio le "spine" del titolo le ritroviamo in vari argomenti, da quelle sulla schiena dell'istrice a quelle che penetrano profonde nelle ferite della vita. Ci sono poi quelle che dobbiamo irrimediabilmente toccare per crescere e quelle che molte volte cerchiamo noi stessi, solitamente i più velenosi e letali.


Acquistatelo, leggetelo e assorbitelo, non potrà che farvi bene. Per riflettere molte volte ci vogliono gli strumenti giusti e questo volume è uno di quelli.

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